Ministrare con amore

Messaggio dei dirigenti di area

Anziano Martin J. Turvey
Anziano Martin J. Turvey, Regno Unito Settanta di area

Parecchi anni fa, quando nostro figlio aveva quattro anni, è rimasto coinvolto in un grave incidente stradale lontano da casa. Dopo circa una settimana di ricovero si poté trasferirlo nel nostro ospedale locale a 320 chilometri di distanza. Giunti a casa trovammo, inserito nella porta, un biglietto di un’affettuosa e attenta sorella ministrante che forniva dettagli su chi sarebbe andato a prendere i nostri altri quattro figli a scuola, chi si sarebbe occupato dei pasti e chi del nostro bucato. Nelle cinque settimane successive in cui nostro figlio rimase in ospedale, mia moglie diede alla luce il nostro ultimo figlio. Con un figlio da una parte dell’ospedale e una moglie e un neonato dall’altra, quattro figli di cui occuparsi e un lavoro a tempo pieno, non avremmo potuto farcela senza l’aiuto significativo che ci fu dato dai membri del nostro rione. Quanto fummo grati per il loro ministero altruista! Sappiamo che la solita domanda: “Possiamo fare qualcosa per aiutarvi?”, viene sempre posta con sincerità, ma questa meravigliosa sorella fece il miglio in più, anticipò le nostre necessità e svolse il suo ministero di conseguenza.

In Luca 4:18 il Salvatore legge le profezie di Isaia circa la Sua venuta e la Sua missione qui sulla terra. È scritto:

“Lo Spirito del Signore è sopra me; per questo egli mi ha unto per evangelizzare i poveri; [m’ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore rotto,] mi ha mandato a bandir liberazione a’ prigionieri, ed ai ciechi ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi” (vedere anche Isaia 61:1).

Nella nostra società odierna, vi sono molti che hanno il cuore rotto, la cui famiglia si sta smembrando o che affrontano altre difficoltà. Vi sono molti che sono prigionieri a causa di dipendenze, depressione o scoraggiamento. Molti sono ciechi, in particolare alle verità del vangelo di Gesù Cristo che portano pace. Infine, molti sono colpiti dalle delusioni della vita.

In 3 Nefi 18:32 leggiamo: “Nondimeno non lo scaccerete dalle vostre sinagoghe o dai vostri luoghi di culto, poiché dovrete continuare ad istruirlo; poiché non sapete se non tornerà e si pentirà, e verrà a me con pieno intento di cuore, ed io lo guarirò; e voi sarete gli strumenti per portare loro la salvezza”.

Riuscite a immaginare una benedizione più emozionante di quella di agire in società con il Salvatore per guarire le afflizioni di coloro che ci circondano ed essere uno strumento per la loro salvezza?

Un po’ di tempo fa ho fatto visita a mio figlio che studiava a Rexburg, nell’Idaho (USA). Insieme a lui e a sua moglie sono andato a cena in un ristorante in cui le persone fanno la fila in piedi per essere servite. Era pieno di studenti emozionati per la laurea e per la fine del semestre. Ho notato una donna giovane che è arrivata da sola e sembrava alquanto malinconica e affaticata dal rumore e dall’attività che la circondavano. Ho sentito di doverla invitare a sedersi al nostro tavolo. Dopo aver scelto cosa mangiare, è passata di fianco a noi per raggiungere un tavolo da sola. In quel momento ho pensato: “Oh, penserà che sono strano se la invito a sedersi con noi”, e ho lasciato perdere il suggerimento. Ricordo di essermi svegliato alle 2:30 del mattino pensando: “E se avesse davvero avuto bisogno del nostro aiuto e della nostra amicizia?”. Sono sceso dal letto, mi sono messo in ginocchio e ho pregato che qualcun altro potesse aiutare laddove io avevo fallito. Inoltre, ho preso la decisione che non avrei mai più trascurato quel tipo di suggerimento o l’opportunità di risollevare qualcun altro.

Invito ognuno di noi a tendere una mano agli altri in ogni occasione per sollevarli, rafforzarli e ministrare loro con amore. Nel farlo, adempiremo la sacra alleanza stipulata al battesimo di stare come Suoi testimoni, di essere le Sue mani per guarire chi è nel bisogno.