FIRENZE, ITALIA – Avere fiducia in se stessi e un senso di appartenenza sono lussi inestimabili che raramente i rifugiati si possono permettere. A luglio 2017, la LDS Charities ha contribuito all’impegno della CARITAS, un’organizzazione cattolica di beneficenza, di portare queste amenità ai rifugiati presenti a Firenze. L’anziano Tom Herway e sua moglie, la sorella Anita Herway, missionari del programma di benessere responsabili dell’opera della LDS Charities in Italia, sono stati contattati per dare una mano con il progetto.
A Firenze, nei centri di accoglienza sparsi per tutta la città, la CARITAS si prende cura di circa 650 rifugiati in cerca di asilo. L’85% di questi rifugiati è composto da uomini di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Secondo quanto dichiarato da chi dirige i centri, l’integrazione è difficile e spesso emergono tensioni a causa delle differenze di lingua, di cultura e di religione. L’unica cosa che li accomuna è il loro amore per il calcio. “Quando giocano a calcio, sono tutti fratelli”, ha commentato l’anziano Herway. Notando questa comunanza, la CARITAS ha proposto un progetto con lo scopo di organizzare due squadre nei centri, con la speranza di fornire ai ragazzi opportunità di collaborare tra loro, di socializzare con i membri della comunità e di giocare nei campionati locali. La CARITAS crede, inoltre, che i rapporti nati e le competenze acquisite saranno determinanti per la loro integrazione.
Per aiutare questi ragazzi ad avere fiducia in se stessi, la LDS Charities ha contribuito a finanziare le divise, le scarpe, i borsoni e l’attrezzatura che saranno utilizzati da più giocatori all’interno dei centri per molti anni. La CARITAS ha messo a disposizione il campo e ha fatto sì che le squadre potessero giocare nei campionati locali.
A ottobre 2017 l’anziano e la sorella Herway hanno partecipato alla cerimonia che si è tenuta nella cappella di San Lorenzo a Firenze per celebrare l’integrazione delle squadre. Enrico Morelli, un membro locale della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, ha organizzato la cerimonia. “Siamo arrivati alla cappella di San Lorenzo”, racconta l’anziano Herway, “e prima ancora di entrare siamo stati accolti dall’Arcivescovo di Firenze, dal prete della parrocchia locale, dal direttore della CARITAS di Firenze, dal vescovo della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, Marco Ferrini, e dal presidente Ianni, secondo consigliere della presidenza del Palo di Firenze della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, e da altri membri della CARITAS”.
La sorella Herway ha sottolineato quanto l’esperienza sia stata positiva: “Vedere due gruppi religiosi unirsi per sostenere questi rifugiati è stato edificante. Erano tutti sullo stesso piano e noi siamo molti grati di avervi preso parte”. Parlando di Enrico Morelli, ha aggiunto: “È davvero meraviglioso che i membri locali della Chiesa siano partecipi. Avere rapporti solidi con esponenti locali fa una differenza colossale. Siamo molto fieri di loro e felici di trascorrere del tempo con loro”.
Quando sono entrati nella cappella, l’anziano e la sorella Herway sono stati lieti di vedere entrambe le squadre di calcio schierate e in divisa, orgogliosamente in piedi con lo stemma della LDS Charities sul braccio e quello della CARITAS sul petto. L’anziano Herway ha raccontato: “Ci siamo resi improvvisamente conto che erano tutti raggianti e molto fieri. In seguito ho scoperto che non avevano vinto nemmeno una partita, ma a loro non interessava. Con le loro divise e la loro attrezzatura nuove, si sentivano uniti”.
L’Arcivescovo, il direttore della CARITAS e il presidente Ianni hanno tutti parlato durante la cerimonia. Dell’evento l’anziano Herway ha detto: “È stata un’occasione epocale. Questa è la prima volta che la chiesa cattolica e quella mormone hanno collaborato a un progetto del genere a Firenze. È anche la prima volta che abbiamo collaborato personalmente con i vertici della CARITAS. Abbiamo creato rapporti solidi con tutti loro mentre offrivamo a questi giovani rifugiati le risorse di cui necessitano per risolvere le loro divergenze, per imparare ad avere fiducia in se stessi e per integrarli nella società”.
La LDS Charities continua a collaborare con la CARITAS per l’integrazione dei rifugiati. Al momento stanno organizzando laboratori musicali presso i centri al fine di offrire ai rifugiati opportunità per esibirsi per i membri della comunità locale e interagire con loro.