La gioia di invitare gli altri a venire a Cristo

La gioia di invitare gli altri a venire a Cristo


Anziano Axel H. Leimer, Germania
Settanta di Area

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Più di ventinove anni fa, un mio caro amico condivise con me le sue credenze sul Salvatore. Lavoravamo entrambi come camerieri in un ristorante esclusivo di Denver. Il mio amico Tony lavorava sempre al ristorante durante le pause tra i semestri per mantenere la sua giovane famiglia.

Tony godeva di ottima reputazione tra tutti i nostri colleghi. Lavorava sodo, era affidabile e viveva secondo un rigido codice morale. Spesso, durante le conversazioni con i colleghi, difendeva le sue convinzioni e il suo stile di vita. Era aperto, allegro, mai sulla difensiva e ovviamente era a suo agio rispetto alle decisioni che aveva preso per la propria vita. Dopo avergli posto molte domande riguardo a ciò in cui credeva, mi invitò ad andare a casa sua per un colloquio. Mi disse che i missionari avrebbero potuto rispondere meglio alle mie domande. Quell’invito cambiò la mia vita.

Di recente Tony mi ha parlato della gioia che provò quando poté condividere il Vangelo con me tanti anni fa. Io non posso neppure contare tutte le benedizioni che ho ricevuto grazie alla disponibilità di Tony a condividere con me la sua testimonianza.

Spesso sentiamo dei discorsi sulla gioia che tutti proveremo se porteremo delle anime a Cristo. Questa gioia deriva dallo Spirito che lega le nostre esperienze a quelle del ricevente, mentre questi impara a conoscere il Salvatore. Questo legame d’amore è uno dei grandi miracoli che scaturiscono dalla condivisione del Vangelo. Nel farlo, la gioia e le benedizioni vengono moltiplicate.

La vera gioia può essere descritta come una “condizione di grande felicità che scaturisce dal retto vivere”.[1] La gioia che proviamo grazie al Vangelo è più duratura di qualsiasi divertimento mondano. È una gioia che nessuno può toglierci.[2]

Il Salvatore si identifica come la fonte della gioia e la collega chiaramente all’osservanza dei Suoi comandamenti, al Suo amore per noi e al nostro amore reciproco. “Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; com’io ho osservato i comandamenti del Padre mio, e dimoro nel suo amore. Queste cose vi ho detto, affinché la mia allegrezza dimori in voi, e la vostra allegrezza sia resa completa. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi”.[3]

La vera gioia cristiana prevede l’amore per il prossimo come unico motivo accettabile per l’opera missionaria. L’anziano John K. Carmack ha parlato di questo amore come di qualcosa che non si può né comprare, ne forzare. “Il nostro metodo è quello di ‘persuadere, […] e di benedire con saggezza, amore e luce […] ma di non forzare mai la mente dell’uomo’”.[4] [5] Egli lo ha descritto come unità nell’amore, congiunta alle nostre testimonianze.

Posso esprimere il mio amore per il Salvatore, che è la fonte della mia gioia, condividendo il Vangelo con gli altri. L’amore deve essere sempre la motivazione dell’opera missionaria.

Se lo scopo della vita terrena è che tutte le persone provino gioia, allora tutti dovrebbero ricevere l’invito a venire a Cristo.[6]

Poiché questa gioia, che segue un invito a venire a Cristo, si moltiplica tra chi la offre e chi la riceve, essa è forse una delle più grandi forze benefiche di questo mondo. È davvero l’unico dono che si addice alla vera amicizia e al vero amore. Invitare gli altri a venire a Cristo, e quindi aprire loro la porta alle benedizioni eterne, è il più sincero atto di cristianità ed è una prova del nostro amore gli uni per gli altri.  Come possiamo non seguire l’invito del Signore a invitare tutti a venire a Cristo?[7]

Essendo uno di quelli che sono stati invitati a venire a Cristo, mentre la mia gioia continua a crescere, essa è ulteriormente moltiplicata da ogni testimonianza e invito che offro. Desidero invitare anche voi a essere una benedizione nella vita di qualcun altro grazie a un semplice invito.


[1] Guida alle Scritture
[2] Giovanni 16:22
[3] Giovanni 15:10–12
[4] Hymn 240: “Know This, That Every Soul Is Free”
[5] Uniti nell’amore e nella testimonianza, Anziano John K. Carmack, Liahona, luglio 2001
[6] 2 Nefi 2:22–25
[7] DeA 20:59