
Poco prima della fine del Suo ministero terreno, il Salvatore si incontrò con i Suoi apostoli. Sapeva che presto avrebbe offerto a tutta l’umanità il Suo più grande dono. Sapeva che ciò avrebbe comportato la sofferenza nel Getsemani e la morte crudele sulla croce. Sapeva anche che, dopo la Sua sofferenza, la Sua morte e la Sua risurrezione, i Suoi discepoli avrebbero dovuto portare avanti la Sua missione. Sapeva che non era sufficiente limitarsi a offrire il prezioso dono dell’Espiazione, ma era altrettanto importante che l’umanità lo accettasse. Perciò, i Suoi insegnamenti si sono concentrati soprattutto su come noi, in qualità di Suoi discepoli, possiamo trarre il meglio da questo dono.
Il Salvatore sottolineò l’importanza di starGli vicino. Egli disse: “Io son la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla”.[1]
Poi spiegò chiaramente come possiamo starGli vicino ribadendo: “Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto. […] Queste cose vi ho detto, affinché la mia allegrezza dimori in voi, e la vostra allegrezza sia resa completa. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande che quello di dar la sua vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando”.[2]
Cristo descrisse come possiamo avere accesso, nella nostra vita quotidiana, alle benedizioni della Sua Espiazione e godere del Suo aiuto e della Sua amicizia mediante una semplice formula che consiste nel fare tre cose: Credere in Lui e nelle Sue parole, amarci l’un l’altro e obbedire ai Suoi comandamenti.
Oggi desidero mettere in rilievo solo il primo punto: credere in Lui e nelle Sue parole. Quando affrontiamo prove personali nella vita e quando le cose si fanno difficili, crediamo davvero in Lui? Crediamo che i Suoi insegnamenti si applicano a noi in maniera davvero personale? Egli disse: “Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me!”.[3]Isaia espresse questo pensiero confortante: “Il Signore, l’Eterno, asciugherà le lacrime da ogni viso”.[4]
Joseph M. Scriven (1819–1896) aveva 25 anni, era innamorato e in procinto di sposarsi.Il giorno prima del matrimonio, la fidanzata annegò in un tragico incidente. Joseph, distrutto, lasciò la terra natale diretto in Canada, per iniziare una nuova vita.Mentre era lì e lavorava come insegnante, si innamorò nuovamente e si fidanzò con Eliza Roche, una parente di uno dei suoi studenti.
Le speranze e i sogni di Joseph furono di nuovo infranti quando Eliza si ammalò e prima del matrimonio morì.Anche se possiamo solo immaginare il tormento interiore di questo giovane, la storia ci racconta che la sua fede in Dio lo sostenne.
Non si sposò mai e trascorse il resto della vita dedicando tutto il suo tempo, il suo denaro e persino gli abiti che indossava ad aiutare i meno fortunati.Dedicò la sua vita a diffondere l’amore e la compassione cristiani ovunque andasse.
Nel periodo in cui Eliza morì, dall’Irlanda giunse a Joseph la notizia che sua madre era ammalata.Non poteva raggiungerla per starle vicino, così le scrisse una lettera per confortarla e incluse una delle sue poesie, intitolata What a Friend We Have in Jesus[quale amico abbiamo in Gesù].
Quale amico abbiamo in Gesù (sulla melodia di “Israele, Dio ti chiama”)
Quale amico abbiamo in Gesù; porta tutti i nostri peccati e dolori!
Quale privilegio presentare ogni cosa a Dio in preghiera!
Oh a quale pace spesso rinunciamo, quale pena inutile spesso portiamo,
Tutto perché ogni cosa a Dio in preghiera non presentiamo.
Abbiamo prove e tentazioni?Problemi in ogni dove?
Non dovremmo mai scoraggiarci: presentiamo ogni cosa al Signore in preghiera.
Esiste un amico tanto fedele da condividere tutti i nostri dolori?
Gesù conosce ogni nostra debolezza, presentiamola al Signore in preghiera.
Siamo deboli o oppressi, schiacciati dal peso dei pensieri?
Prezioso Salvatore, ancora nostro rifugio, portiamo tutto al Signore in preghiera.
Gli amici vi disprezzano, vi abbandonano?Portatelo al Signore in preghiera!
Egli vi prenderà e vi proteggerà tra le Sue braccia, lì troverete conforto.
Salvatore benedetto, Tu hai promesso di portare tutti i nostri fardelli,
Signore, che noi si possa sempre presentare tutto dinanzi a Te in preghiera sincera.
Presto nella gloria luminosa e limpida non ci sarà bisogno di preghiera,
Lì godremo la nostra parte di estasi, lode e adorazione senza fine.
Prego che, in questo periodo di Pasqua, impareremo in modo intimo che Gesù è l’amico pronto a confortare, aiutare e guarire se solo crediamo in Lui e nelle Sue parole.
[1]Giovanni 15:5
[2]Giovanni 15:7, 11–14
[3]Giovanni 14:1
[4]Isaia 25:8